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Gli indicatori nel Forex

Definizione e caratteristiche

Se si fa trading nel Forex, così come in altri mercati, la scelta degli indicatori, fase preliminare allo studio dei grafici, diventa importantissima perché già da qui si iniziano a porre le basi per quelle che saranno sessioni di trading più o meno positive. Esistono numerosi indicatori e la scelta su quali puntare si può rivelare a volte una vera e propria scommessa se non si ha un bagaglio di conoscenze appropriato per operare sul mercato. 

Gli indicatori sono dei calcoli matematici i cui risultati vengono riportati sui grafici e rappresentati come linee. La loro collocazione su grafico aiuta i trader a identificare segnali e trend per un certo asset.

Sostanzialmente assolvono a tre funzioni:

  1. Possono fungere da alert riguardo a un trend
  2. Possono predire la direzione dei prezzi futuri
  3. Possono confermare le previsioni suggerite da altri indicatori

Esistono decine di indicatori, suddivisi in due macro categorie: indicatori e oscillatori. I primi si muovono in un range indefinito, mentre i secondi oscillano tra due estremi individuabili.

Distinguiamo poi tra indicatori leading, che segnalano quando un trend è in procinto di iniziare e lagging, che danno un segnale di continuità o inversione quando un trend è già in atto.

toro e orso

Gli indicatori leading tentano di predire il prezzo basandosi su periodi temporali brevi. I più utilizzati sono l’oscillatore stocastico (OS), la convergenza e divergenza di medie mobili (MACD) e l’indice di forza relativa (RSI). Tra i lagging il più comune è la media mobile (MA).

A loro volta gli indicatori leading e lagging possono essere raggruppati in 4 categorie.

Indicatori di trend

Come suggerisce il nome questi indicatori si avvalgono dei trend per stabilire se c’è una tendenza in corso. Uno tra questi è la media mobile, di cui si studiano le intersezioni con la curva dei prezzi per individuare le inversioni dei trend.

Indicatori di momentum

Servono per identificare la velocità di movimento del prezzo e la sua forza. In altre parole ci danno indicazioni sulla stabilità di un trend. L’oscillatore stocastico, l’indice di forza relativa (RSI) e il commodity channel index (CCI) sono i più utilizzati.

Bande di Bollinger

Indicatori di volatilità

Misurano l’oscillazione di un prezzo e quanto questo si allontana dal suo valore medio. Può essere definito come un indicatore di rischio: più è alta la volatilità, maggiore è il rischio. Indicatori di volatilità tipici sono le bande di Bollinger, la gamma media vera (Average True Range) e la deviazione standard.

Indicatori di volume

Prendono come riferimento il volume degli scambi al fine di capire qual è l’interesse del mercato per un determinato asset. Intuitivamente se il volume degli scambi è alto ci sarà parecchio interesse intorno a quell’asset, se è basso ci dice che il mercato al contrario non è troppo “convinto” e il trend in corso molto probabilmente è debole. 

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